Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
Sei lì che stai lavorando al tuo ultimo progetto e improvvisamente compare nella tua testa un dubbio: “Avrò inserito correttamente i dati?” A partire da quel pensiero, inizi a sentire un vago senso di ansia e di apprensione incalzare e diventare sempre più presente man mano che questa idea si fa strada nella tua mente; l’unico modo per ridurre tale sensazione è quella di ricontrollare la correttezza dei dati e quindi interrompere quello che stavi facendo per tornare a guardare i valori inseriti.
Corretti!!
L’ansia sembra attenuarsi e il dubbio lasciar strada alla convinzione che sia tutto sotto controllo…eppure, dopo poco, ti torna in mente che nel mentre stavi ricontrollando i dati ti è squillato il cellulare e per un attimo il tuo sguardo si è poggiato sullo schermo illuminato. “E se distraendomi non avessi prestato attenzione a quei dati? E se non avessi controllato bene?”.
Ecco quindi riaffacciarsi la stessa ansia di prima, quel senso di stretta al petto, quell’improvvisa sensazione di nodo alla gola e di cuore accelerato che può rasserenarsi solo controllando nuovamente i dati. Ancora una volta interrompi quello che stavi facendo per tornare indietro. Non basta più scorrere lo sguardo una volta: “devo rivedere tutte le informazioni almeno 2 volte di seguito per essere sicuro che il controllo sia fatto adeguatamente e che non ci siano dubbi che tutto sia inserito a dovere”. Sei nel mezzo del tuo secondo controllo quando un collega di lavoro ti chiede se ti va di fare pausa. Interrotto. Sei stato interrotto e adesso non sei più sicuro di poter considerare quel controllo valido. C’è bisogno di ricominciare. “Due di seguito ed è tutto corretto”. Rifiuti l’invito del collega. Ti chiudi in ufficio. Telefono in modalità aereo. Nessuna distrazione.
Riprende il controllo. Primo: andato. Secondo: andato.
Finalmente sei riuscito a portare a termine il tuo obiettivo ma nel frattempo è passata oltre un’ora e il progetto non è andato avanti. Sei fermo allo stesso punto in cui eri prima. Per di più non hai ancora fatto pausa e ti sei reso irraggiungibile dal resto del mondo. Ora però puoi andare avanti e questo è quello che conta. Intanto il tuo collega è tornato dalla pausa e vedendoti meno preso dal lavoro ne approfitta per sfogare la frustrazione rispetto al non essere riuscito a prendere il caffè alla macchinetta: “si è presa i soldi ma del caffè neanche l’ombra!”. Eccola lì, la riconosci, la stessa sensazione di prima. L’ansia e un’idea: “ma quindi anche le macchina possono sbagliare! E se dopo il controllo qualcosa si è modificato? O se nel controllare ho accidentalmente modificato il file?” L’ansia ti assale, quella sensazione di costrizione al petto è difficile da ignorare. Bisogna ricontrollare ma non basta più farlo due volte. E’ necessario escludere che il file possa essere manomesso dopo l’ennesimo check: “Creo un file di copia. Apro la copia. Faccio due controlli. Poi lo chiudo. Riapro la copia. Quindi altri due controlli. Se tutto ok, procedo”.
E’ passata la mattinata lavorativa. Il file è corretto ma non più lungo di quello che era ad inizio giornata. I controlli si sono fatti sempre più complessi e diventa quasi difficile riuscire a starci dietro.
Che sta accadendo?
Quello qui sopra è solo un esempio, come tanti altri che è possibile fare, di
“Disturbo ossessivo-compulsivo” – DOC –
Quali sono le caratteristiche del disturbo?
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo si caratterizza per la presenza di:
– Ossessioni ovvero pensieri (che possono essere anche immagini, impulsi, suoni/parole etc.) ricorrenti vissuti come intrusivi, indesiderati, egodistonici (molto distanti da quello che si è, da ciò in cui si crede, da come normalmente ci si comporta) e persistenti che sono accompagnati da intensa sintomatologia ansiosa e da profondo disagio. Alle ossessioni, nel tentativo di neutralizzarle e sopprimerle, si accompagnano le
– Compulsioni, ovvero rituali, comportamenti o azioni mentali che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto al fine di ridurre l’ansia e controllare i pensieri ossessivi. Ne sono esempio:
- Lavaggio frequente delle mani, delle superfici etc.
- Conteggio
- Ordine della propria scrivania o dell’armadio o dell’aria di lavoro, etc. secondo uno schema ben preciso
- Controllo (es. assicurarsi ripetutamente di aver dato le mandate alla porta, di aver spento la luce, di aver chiuso il gas etc.)
Il disturbo può presentarsi sia nell’età evolutiva che nella giovane età adulta e riconosce fasi alterne, caratterizzate da periodi di maggior controllo dei sintomi e altri di maggior compromissione del funzionamento con conseguente impatto sulla qualità della propria vita e più frequente ricorso alle cure.
Periodi di maggiore stress possono intensificare la comparsa o l’intensità della sintomatologia che, altrimenti, rimangono maggiormente controllabili.
La terapia per il DOC si basa su prescrizioni farmacologiche mirate (es. SSRI) a cui è sempre bene associare un percorso di psicoterapia (es. “Cognitivo-Comportamentale”).